Covid e spazi aperti, l’effetto della pandemia sul valore di un’abitazione

Dopo la prima ondata di pandemia, era apparso un dato molto forte nel mercato immobiliare, ossia la ricerca di abitazioni sempre più ampie e soprattutto con spazi esterni fruibili (balconi, terrazzi, giardini). Inoltre, ricercare queste tipologie immobiliari, con queste determinate caratteristiche, ha comportato un maggiore spostamento degli acquirenti verso l’hinterland e le province adiacenti alle grandi città italiane.

Per ricreare luoghi più vivibili, soprattutto nelle grandi città, ambienti come terrazzi, giardini d’inverno, serre bioclimatiche, possono essere soluzioni in grado di ospitare piante, orti, spazi green, oasi urbane per ritrovare la propria serenità. Ma nel caso sia presente uno spazio esterno di questo tipo, quanto aumenta il valore di un’abitazione? >> Vuoi saperne di più sui giardini d’inverno? Leggi qui

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Dopo il primo lockdown, dove le persone erano costrette a stare in casa e evitare gli spostamenti, è nata la necessità di ripensare agli spazi delle abitazioni, dando importanza agli ambienti esterni. Questo fatto ha spinto molti a cercare nuovi appartamenti o case che corrispondessero alle proprie esigenze. Nei primi mesi del 2020 è stata riscontrato un aumento delle compravendite di edifici indipendenti e semindipendenti, dato che sembra essersi stabilizzato e presente ancora oggi. Scenari immobiliari e Idealista hanno offerto dei dati e un quadro generale di com’è l’andamento del mercato.

Vediamo nel dettaglio.

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L’aumento di valore dato dal terrazzo

Secondo diversi scenari immobiliari, l’aumento di valore che la presenza di un terrazzo può dare a un’unità immobiliare, dipende naturalmente dalla posizione e dal piano a cui ci si trova, oltre che da altri fattori. In generale, in Italia, il terrazzo al primo piano aggiunge il 5,8% di valore all’appartamento, ai piani intermedi il 6,4% e agli ultimi appartamenti il 6,7%.

Ma non sono solo i metri quadri del terrazzo che vanno sommati a quelli utili della casa, ma anche il valore aggiuntivo che lo spazio outdoor conferisce allo stesso. Come esempio, Torino è la città italiana più cara per quanto riguarda le soluzioni con spazi esterni, tanto che il valore aggiuntivo arriva al 9,5% al primo piano, al 9% ai piani intermedi e al 7,9% agli ultimi appartamenti. Anche Firenze, non è da meno, visto che il terrazzo al primo piano arriva al 7,3%, in quelli intermedi dell’8% e all’ultimo piano dell’8,5%. A Roma e Milano si rimane intorno al 5%.

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Si potrebbe pensare che questi aumenti siano dipesi dalla conformazione del tessuto edilizio, perché per esempio una città come Torino, è caratterizzata da immobili per lo più senza balconi, per cui la loro presenza influenza le maggiorazioni dei prezzi. Ma non è detto, che sia l’unico motivo, potrebbe comunque inficiare il prezzo degli appartamenti in generale su quell’area. Quello che è sicuro che i terrazzi sono presenti in categorie residenziali per lo più signorili o di lusso, allontanandosi e arrivando al 109% in più della media dei prezzi delle unità immobiliari nel mercato.

Quindi la presenza di un terrazzo può comportare il raddoppio del valore, se non di più, di una casa rispetto alla media di mercato, senza l’opzione “verde”.

In altre città come Roma, dove questi spazi esterni sono più consueti, si scende infatti +48 per cento. Ulteriore calo accade quando ci si sposta dalle città alle province o ai piccoli comuni.

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La presenza di un giardino quanto incide sul valore di mercato

Il giardino fornisce in media un surplus del valore di 8,4%. Come abbiamo già visto, i contesti urbani cambiano i parametri di maggiorazione, a Torino il maggior valore per le case con giardino è del 13,7%. A Firenze invece la maggiorazione arriva è del 12,2%, a Roma dell’8,1% e a Milano del 7,2%.

Ma quello che non è certo è se superata l’emergenza Covid la richiesta rimarrà tale o se cambieranno le domande degli acquirenti. Sicuramente, la situazione dipenderà anche dalla condizione economica nella quale si troveranno le persone e se saranno spinte ancora all’acquisto di abitazioni con spazi aperti.

Probabilmente, anche l’introduzione dello smart working porterà molte aziende e lavoratori a scelte ibride, quindi giorni della settimana in sede e altri in casa. Pochi si sposteranno effettivamente nei Comuni decentrati o nei borghi, perché comporterebbe spese alte e servizi lontani. Probabilmente continuerà la richiesta verso immobili in zone limitrofe alle metropoli e vicine ai servizi offerti delle grandi città.

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Foto di copertina: iStock/ piranka

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