Paesaggi, parchi, tetti giardino e facciate verdi sono solo alcune delle possibili strategie che integrano l’elemento naturale nel progetto architettonico e urbano. Interessante è analizzare come queste soluzioni siano adottate nell’ambito della progettazione urbana, in cui l’elemento naturale diventa occasione per ricucire il rapporto tra natura, architettura e città. Lo faremo prendendo come esempi due progetti realizzati in Asia – Azabudai Hills e Touching Eden House – e uno in Europa – Villa M – nei quali l’integrazione del verde nell’architettura costituisce l’elemento generatore: nel primo caso la natura viene usata per la realizzazione di superfici orizzontali (tetto giardino intensivo ed estensivo), mentre negli altri due la natura predomina le superfici verticali (facciata verde).
Le superfici a verde e l’utilizzo variegato di elementi naturali disegnano Azabudai Hills, nuovo quartiere progettato da Heatherwick Studio a Tokyo. Lo studio di architettura affida alla vegetazione un ruolo sociale: unire collettivamente gli abitanti e i visitatori. Il quartiere è stato progettato come un grande paesaggio naturale di 2,4 ettari, diventando una delle aree urbane più verdi della città. Il progetto di Heatherwick Studio rappresenta il culmine del processo di rigenerazione urbana avviato nel 1989 dalla Mori Building Company, società di costruttori che rappresenta il principale sviluppatore di paesaggi urbani del Giappone. Azabudai Hills sorge in un’area centrale, luogo di connessione tra diverse zone della città: i quartieri di Azabudai e Toranomon – la zona internazionale di Tokyo, sede di numerose ambasciate –, la valle naturale delle colline di Roppongi, un’area culturale a ovest e il centro commerciale di Toranomon a nord. Il sito, a forma di Y, è suddiviso in tre sezioni irregolari e largo solamente 30 metri nel punto più stretto.
Pertanto, Heatherwick Studio ha deciso di adottare come espediente connettore del sito “il parco”: un elemento fluido, organico, in grado di congiungere gli edifici situati nelle strade perimetrali. Inoltre, lo studio di architettura ha cercato di inglobare nel progetto architettonico e paesaggistico di Azabudai Hills le peculiarità del quartiere giapponese, denotato da sovrapposizioni e giustapposizioni di funzioni di edifici dalle differenti caratteristiche architettoniche e realizzati in diversi periodi storici. Tale risultato è stato raggiunto mediante la decostruzione dell’archetipo del podio e l’individuazione di una maglia strutturale modulare, adattabile sia in altezza che in profondità. La griglia strutturale adottata – sufficientemente stabile per soddisfare i requisiti sismici di Tokyo – ha dato forma a un edificio fluido che richiama il paesaggio collinare circostante. Il gioco dinamico creato dalla copertura, caratterizzata principalmente da un manto verde, ha dato origine a un quartiere composto da spazi ed esperienze interessanti e inaspettate. Questo paesaggio, che si abbassa fino a toccare il terreno, ha formato un’oasi verde pullulante di alberi, fiori e giochi d’acqua intrecciati da percorsi tortuosi e tetti con pendii percorribili dove le persone possono sostare e socializzare.
La dinamicità del progetto è enfatizzata anche dall’adattamento della maglia strutturale in relazione alle diverse esigenze funzionali e dimensionali del sito, consentendo ai progettisti di creare strutture sovrapposte ospitanti svariate funzioni: abitazioni, spazi commerciali, la British School di Tokyo, due templi, gallerie d’arte, uffici, ristoranti, giardini, parchi e uno spazio per eventi pubblici denominato “The Cloud”. Interessante è la declinazione della griglia strutturale e delle superfici verdi per la progettazione della scuola: i due elementi hanno concesso di risolvere un problema progettuale e pedagogico legato agli ambienti di apprendimento informali; la scalabilità della griglia e l’utilizzo di terrazze verdi hanno consentito di raddoppiare lo spazio dell’aula e insegnare agli studenti a prendersi cura dell’ambiente. Inoltre, sulla copertura verde è presente uno dei campi da gioco della scuola.
Luogo: Tokyo, Giappone
Committente: Mori Building Company
Superficie: 8,1 ha
Completamento: 2023
Architetto: Heatherwick Studio
Direttore della progettazione: Thomas Heatherwick
Capogruppo: Neil Hubbard
Capo progetto: Michael Lewis
Direzione lavori: Elisa Simonetti
Direttore tecnico: Andy McConachie
Progetto esecutivo: Nihon Sekkei, Nikken Sekkei, Yamashita Sekkei
Progettazione torri: Pelli Clarke & Partners
Progettazione interni: A.N.D Nomura, Yabu Pushelberg, Marco Costanzi Architects, SCDA (Soo Chan Architects)
Progettazione accesso area retail: Sou Fujimoto Architects
Appaltatori principali: Obayashi Corporation (Lotto C), Shimizu Corporation (Lotti A e B2), Sumitomo Mitsui Construction (Lotto B1)
Consulenti illuminazione: Light Design, L’Observatoire International, Sirius Lighting Office
Salvo diversamente indicato, foto: Raquel Diniz, courtesy Heatherwick Studio
L’interesse per ricucire il rapporto tra città e natura è alla base anche del progetto Villa M, e in questo caso sono le piante officinali poste in facciata a caratterizzare l’edificio, situato in Boulevard Pasteur nel quartiere parigino di Montparnasse e progettato da Triptyque Architecture in collaborazione con Philippe Starck – incaricato della direzione artistica e degli interni – e con lo studio paesaggista Coloco. Il progetto è stato commissionato dal Groupe Pasteur Mutualité per concretizzare il programma funzionale ideato da due componenti del gruppo, Thierry Lorente e Amanda Lehmann, i quali volevano realizzare il primo distretto legato alla sanità che, oltre alle funzioni sanitarie, accogliesse anche attività ricettive e che potesse essere un luogo incubatore per start-up legate al mondo della salute.
Da qui nasce l’idea di un programma funzionale variegato e innovativo. Al piano interrato trovano spazio la palestra, gli spazi relativi a due percorsi-salute, una sala conferenza e tre sale riunioni. Il piano terra ospita funzioni accessibili al pubblico: un bar, un ristorante e la galleria “Art & Santé”. Il primo livello accoglie uno showroom pensato per le start-up del settore della salute; il secondo piano accoglie gli ambulatori dei medici e gli spazi dedicati alla prevenzione, accessibili ai soci del gruppo; dal terzo al settimo livello sono collocate le 73 camere d’albergo; infine, all’ultimo piano si trova la terrazza giardino. Il programma funzionale di Villa M offre al proprio personale di assistenza un trattamento basato sulle 4P: Personnalisée, Préventive, Prédictive, e Participative. A sua volta il programma funzionale e la volontà di realizzare un edificio riguardante la sanità è espresso anche dalla finitura della facciata principale, caratterizzata da un giardino verticale piantumato con erbe officinali e la cui la struttura metallica portante scompare in favore dalla natura che crea una foresta medicale.
La scelta delle specie botaniche è stata affidata al paesaggista Pablo Giorgeff, dello studio Cocolo, che ha selezionato piante in grado di adattarsi al clima parigino creando un paesaggio in continua evoluzione mediante una combinazione tra piante officinali, piante medicinali, piante perenni, piante erbacee, alberi da frutto e altre piante native. Il giardino verticale si estende dal secondo al quinto livello e trova spazio nello spessore della facciata caratterizzata da una struttura in acciaio scuro progettata per ospitare apposite fioriere in acciaio inossidabile asportabili per la manutenzione. Il sistema di irrigazione è integrato nelle fioriere e nascosto negli scatolari che compongono l’esoscheletro strutturale di facciata. Invece, nella parte più esterna dell’esoscheletro sono fissate delle funi di supporto alla vegetazione rampicante. Anche il sistema dei pluviali è nascosto e alloggiato nella cavità degli elementi verticali portanti. Le specie arboree del giardino verticale caratterizzano anche le camere dell’albergo, costituendo un elemento schermante mutevole. Il giardino verticale si ripiega in copertura, in corrispondenza della terrazza, dove trovano spazio un grande frutteto e un orto.
Luogo: Parigi, Francia
Committente: Groupe Pasteur Mutualit
Superficie: 8.000 m2
Completamento: 2021
Architetto: Triptyque Architecture
Progetto del paesaggio: Coloco
Appaltatore principale: Eiffage Construction
Progettazione interni e direzione artistica: Philippe Starck
Similare è l’uso del verde nella Touching Eden House, progettata da Wallflower Architecture + Design, la cui struttura portante è stata progettata per consentire alla vegetazione locale di arrampicarsi su di essa. L’edificio è situato in un luogo fortemente identitario e caratterizzato da specie botaniche tropicali; infatti, la casa si trova al confine con i Giardini Botanici di Singapore, un’oasi centenaria e primo sito del Patrimonio Mondiale dell’Unesco della città.
Questa caratteristica ha spinto i progettisti a pensare a una soluzione che integrasse il progetto nel contesto mediante l’impiego della facciata a graticcio – ispirato dai gazebi dei giardini che ospitano piante rampicanti – sulla quale la vegetazione tropicale può arrampicarsi per creare un padiglione biofilo. Questo concetto è enfatizzato anche dalla progettazione della copertura dove gli spazi della terrazza sono stati riempiti di piante ricadenti che nel tempo andranno a ricoprire la facciata contribuendo a fondere la residenza con l’ambiente circostante: un parco brulicante di vegetazione autoctona. Inoltre, la vegetazione che riveste la facciata diventa anche elemento schermante dalla radiazione solare.
L’andamento verticale dalla vegetazione è enfatizzato dal disegno della schermatura di facciata composta da elementi rettilinei verticali che rivestono le pareti vetrate dell’abitazione. Anche all’interno dell’abitazione viene richiamata la natura circostante mediante una selezione accurata dei materiali di finitura quali il travertino, il granito, i tessuti color terra e il legno.
Luogo: Singapore
Superficie: 1.789 m2
Completamento: 2023
Architetto: Wallflower Architecture + Design
Progetto del paesaggio: Salad Dressing
Progettazione interni: Edmund Ng Interior Studio
Consulenti
Illuminazione: Light Collab
Vegetazione: Nyee Phoe Flower Garden
MEP: ALLZ Consulting Services
Foto: © e courtesy Wallflower Architecture + Design
Agata Tonetti