Il progetto dell’outdoor nella ristorazione. Una chiave di dialogo tra natura e costruito

 

Adattamento, integrazione e valorizzazione sono tre concetti chiave nella progettazione architettonica che ha come obiettivo il rispetto del contesto circostante. L’approccio dell’architetto è determinante al fine di individuare i temi trasversali che caratterizzano il design del prodotto finale. Ogni progetto infatti è fortemente legato a geografie, specificità regionali e ambienti tra loro alquanto diversi, in grado di delineare fin dalle fasi embrionali la strategia progettuale migliore. La normativa in campo architettonico si è ormai allineata alle esigenze del pianeta; l’attenzione al rispetto dei criteri ambientali minimi e alla tutela dell’ambiente naturale si ritrova, in quanto prerogativa, nei bandi di gara o nei concorsi di progettazione. Di conseguenza la produzione architettonica si sta adeguando sempre più a una crescita edilizia capace di cogliere le peculiarità del paesaggio, andando a sviluppare nuovi manufatti che rappresentano un unicum tra natura e costruito. In questi casi, è evidente come lo studio del rapporto tra spazi coperti, esterni e contesto, determini la buona riuscita dell’opera. Il settore della ristorazione, fra le varie categorie di progetto, può offrire al cliente esperienze innovative non solo dal punto di vista culinario, ma anche attraverso soluzioni spaziali capaci di creare scenari suggestivi. La scelta dei materiali e delle alternative tecnico-funzionali, così come la gestione di colore e superfici, costituiscono passaggio obbligatorio per il progettista.

 

compositive difficilmente inquadrabili in un insieme, poiché dipendono dalle proprietà del luogo. Lo studio MUDA Architects si è occupato della ricostruzione del Garden Hotpot Restaurant il cui volume nasce a partire dalle forme della natura e si ispira al contempo alla tradizione culinaria cinese, quella dell’hotpot, la cosiddetta fonduta cinese, che consiste in una pentola di brodo bollente in cui cuocere diverse varietà di carne, pesce o vegetali. L’opera si trova nel sud della Cina, a Sansheng Township, zona suburbana della città di Chengdu. Il ristorante, che si contraddistingue per le sue linee essenziali, è inserito all’interno di una foresta di eucalipto.

La planimetria si sviluppa attorno a un lago ricoperto da fiori di loto e ne segue l’andamento; l’area in cui sorge il progetto è il polmone verde della città e spicca per il carattere fortemente endemico, in cui dominano gli alti ed esili fusti della flora locale. Il progetto è stato letteralmente modellato sul territorio esistente: è stata infatti condotta una mappatura del sito in modo tale da individuare il corretto posizionamento di ogni albero, dal momento che questi non potevano essere abbattuti. La copertura dalla linea ricurva, realizzata in lamiera d’acciaio zincata e verniciata di bianco, ricorda l’immagine dei fumi esalati dall’hotpot ancora bollente, che vengono intrappolati tra le fronde della vegetazione. Inoltre, la volontà di eliminare completamente le pareti di confine tra interno ed esterno amplifica il senso di permeabilità e di relazione con l’ambiente che si ha quando ci si siede a tavola, portando i commensali in un percorso immersivo a 360 gradi. La struttura portante è data infatti da colonnine in acciaio di 88 mm di diametro, posizionate uniformemente lungo tutto lo sviluppo planimetrico e aventi un’altezza di tre metri, scelta che richiama i tronchi dritti e dalla tinta biancastra degli eucalipti. Tavoli e sedie poggiano al di sopra di una piattaforma di larghezza variabile che riprende le forme della copertura. La piattaforma è in legno appositamente trattato in modo tale da evitarne la corrosione, così come la ringhiera che ne delimita il perimetro, utilizzabile come seduta per consentire ai clienti di avere un contatto diretto con la natura.

Lo schema compositivo sobrio e pulito nasconde però le insidie di un sito poco agevole per le maestranze. Il dislivello complessivo coperto dal progetto è di quasi due metri e la conformazione dell’area ha reso le fasi di costruzione più tortuose. Il lavoro in cantiere è stato comunque portato a termine in breve tempo, grazie al ricorso a lavorazioni che hanno accorciato i tempi stimati e facilitato il lavoro degli operai. Complessivamente il progetto costituisce un esempio d’architettura contemporanea perfettamente amalgamato a ciò che lo circonda per forma, colore e dimensioni. Un lavoro che dimostra la potenza espressiva e funzionale di una costruzione capace di annullare ogni barriera tra outdoor e indoor.

Garden Hotpot Restaurant
Luogo: Chengdu, Cina
Committente: Xinhua Nufang Restaurant
Superficie: 1.800 m2
Completamento: 2019
Architetto: MUDA Architects
Capo progetto: Yun Lu
Team di progettazione: Yun Lu, Jiandan Xu, Qiming Sun, Xue Chen, Yixiu He, Xiaoqiao Liu, Dian Rong, Shangyun Zhou
Foto: Arch-exist, courtesy MUDA Architects
Disegni: MUDA Architects

 

Se per ottenere questo risultato, MUDA Architects ha optato per la totale assenza di elementi continui in elevazione verticale, il Troll Wall Visitor Center, progetto di Reiulf Ramstad Arkitekter, evidenzia il ricorso a superfici trasparenti, rese mediante l’utilizzo di vetrate che riflettono le montagne circostanti e al contempo descrivono un collegamento visivo tra esterno e interno. L’edificio in questione si trova in Norvegia, nella regione di Møre og Romsdal. Il progetto è situato ai piedi del Troll Wall, la parete di roccia più alta d’Europa, ed è composto da un ristorante, un centro informazioni per i visitatori e alcune sale polifunzionali. Il luogo è frequentato da turisti provenienti da tutto il mondo e facilmente accessibile grazie al collegamento con l’autostrada.

Dall’esterno colpisce sicuramente la forma irregolare della struttura, volutamente pensata per ricordare la superficie sconnessa del vicino massiccio roccioso, ricca di feritoie e fessure ed erosa dal vento. La linea spezzata a formare angoli inusuali disegna tutti i prospetti. Tra questi, quello rivolto a ovest è l’unico fronte trasparente. Le vetrate a tutta altezza consentono di illuminare la sala del ristorante con la luce naturale e portano i visitatori ad avere contatto diretto con le montagne circostanti. Alle spalle delle vetrate, si nota un reticolo di travi strutturali verniciate di colore bianco, particolare che ricorda le intricate vie di arrampicata percorse da chi sale in parete. I restanti lati dell’edificio sono contraddistinti dalla presenza di un tavolato ligneo carbonizzato per garantire maggiore durabilità al materiale; oltre a proteggerlo, questa tecnica conferisce all’elemento ligneo una tonalità grigio-scura che tende al nero, una colorazione che si avvicina proprio a quella della roccia. I clienti possono inoltre usufruire dell’area esterna, attrezzata con tavoli e sedie, da cui godere di una vista ineguagliabile: la montagna nella sua maestosità e il riflesso della stessa sulle vetrate, quasi capace di sconfinare all’interno dell’edificio.

La terrazza esterna ruota attorno alla facciata vetrata e culmina in una gradinata che funge da punto panoramico in cui sostare comodamente. La buona riuscita del progetto sta nel duplice obiettivo raggiunto: se da un lato il manufatto è divenuto un vero e proprio landmark, caratterizzato da una forte identità espressiva e da oculate scelte architettonico-tecnologiche, dall’altro la marcata caratterizzazione non prevarica il contesto d’inserimento ma anzi lo rispetta, valorizzandolo ed esaltandolo, offrendo all’escursionista un ulteriore punto d’osservazione.

Troll Wall Visitor Center
Luogo: Trollveggen, Norvegia
Committente: Privato
Superficie: 700 m2
Completamento: 2011
Architetto: Reiulf Ramstad Arkitekter
Foto e disegni: © e courtesy Reiulf Ramstad Arkitekter

 

Nel settore della ristorazione si è notato che negli anni la proposta si è gradualmente diversificata e arricchita di nuove progettualità, arrivando a sviluppare esempi d’architettura lungimirante in termini di crescita e considerazione del territorio. Costruire nuovi spazi a servizio delle persone è forse l’obiettivo primario di chi fa architettura. L’asticella si alza nel caso in cui il progetto si debba sviluppare in luoghi impervi, dove giocoforza è necessario ricorrere a metodi di trasporto alternativi e cronoprogrammi differenti rispetto a quanto si vede fare di solito, senza perdere di vista il design e il contesto d’inserimento. Nelle Alpi Svizzere, al di sopra del piccolo comune di Andermatt nel cantone di Uri, sorge il Restaurant Gütsch, progetto di Studio Seilern Architects. L’edificio contiene all’interno di un unico volume due ristoranti gourmet frequentati dai turisti che sciano sulle piste adiacenti e da chi soggiorna negli hotel a valle. La struttura si trova infatti a più di 2.300 metri di altitudine, laddove terminano gli impianti della funivia del comprensorio di Nätschen, nella skiarea di Andermatt. Quest’area sciistica è piuttosto frequentata rispetto al passato; dotarsi di nuove strutture, tanto alberghiere quanto di ristoro, ha rappresentato un crocevia importante per alimentare il percorso di crescita della zona. La cucina d’alto livello che i due ristoranti offrono è racchiusa all’interno di un progetto in cui le forme riprendono gli stilemi dei piccoli villaggi svizzeri, gruppi di case realizzate in pietra. Le sale da pranzo e l’ampia cucina sono distribuite in uno schema planimetrico tripartito dato da ambienti squadrati che nella loro totalità formano comunque un unico grande spazio accogliente e confortevole, collegato all’estesa terrazza esterna che può ospitare ulteriori tavoli all’aperto; al piano inferiore sono collocati i servizi igienici.

La terrazza è uno dei punti di forza del progetto. Essa si configura come un’appendice dello spazio coperto, un prolungamento della sala che si protrae sul pendio del rilievo montuoso. Sorretta da colonne disposte apparentemente in modo casuale, l’area esterna è costituita da un tavolato ligneo e da un parapetto in legno chiaro. La forte relazione con l’intorno è amplificata dall’impiego di grandi vetrate che anche dall’interno dell’edificio permettono di cogliere la bellezza del paesaggio circostante. Il sito impervio e l’impossibilità di accedervi con i mezzi d’inverno hanno portato i progettisti a suddividere il cantiere in due estati. Nel 2018 sono state gettate le fondazioni in calcestruzzo, un anno dopo le maestranze hanno posizionato la struttura in legno prefabbricato. L’anima in legno del manufatto è rivestita da pietra locale, che garantisce maggiore protezione dal vento e dagli agenti atmosferici. L’immagine che ne scaturisce ricorda l’autenticità dei bunker del periodo bellico, le cui tracce persistono al di sotto dell’edificio stesso, oltre a interfacciarsi perfettamente con il contesto limitrofo. Gli interni appaiono accoglienti grazie alle finiture in legno di pino e all’utilizzo delle travi in legno lamellare.

Chiunque si fermi a prendere un pasto caldo presso il Restaurant Gütsch si sente immerso nello splendore delle Alpi Svizzere, in uno spazio che è il risultato della tecnica e dello studio dei materiali. Interpretare in modo consapevole le caratteristiche, i limiti e i punti di forza del contesto naturale richiede uno studio e una conoscenza del luogo che valica la mera osservazione. Questo processo porta a un risultato con cui l’architetto crea un dialogo, un rapporto tra nuovo ed esistente che si mostra in tutta la sua interezza nel design del progetto finito. La progettazione degli esterni diviene quindi strumento per instaurare l’incontro tra natura e spazio interno, fungendo da raccordo tra le parti affinché il nuovo possa valorizzare la storia del luogo.

Restaurant Gütsch
Luogo: Andermatt, Svizzera
Committente: Orascom Development / Andermatt Swiss Alps
Superficie: 860 m2
Completamento: 2019
Architetto: Studio Seilern Architects
Architetto locale: Siebzehn13 Architekten
Consulenti
Strutture: Holzprojekt / IUB Engineering
Ingegneria impiantistica: EWA / Q&Q
Salvo diversamente indicato, foto: Roland Halbe
Tutte le immagini courtesy Studio Seilern Architects

 

Giovanni Segatto