Caffè e natura: il connubio di un piacere quotidiano

Per molti di noi il caffè rappresenta molto di più di una semplice bevanda, è il simbolo di un momento della giornata in cui possiamo ritagliarci un piacevole intervallo tra un impegno e l’altro, scambiare due chiacchere, oppure rilassarci e godere di un attimo di tranquillità. Da soli o in compagnia, assaporare una tazza di caffè diventa un rituale di vita quotidiana che può trasformarsi in un’esperienza a 360° se circondati dalla giusta cornice. A oggi le caffetterie possono essere considerate come una casa lontano da casa che contempla sia un passaggio veloce, per prendere una bevanda da asporto, ma anche una sosta più prolungata, per lavorare con il proprio laptop o per immergersi in una rilassante lettura, fino a divenire luoghi comunitari dove incontrare amici, conoscenti e poter stimolare il dibattito e il pensiero. Pertanto, il legame con il mondo dell’architettura e del design è sempre più solido e cerca di dare forma a spazi dell’accoglienza confortevoli e stimolanti, capaci di stare al passo con le abitudini della società contemporanea, in rapida evoluzione. Inoltre, offrire esperienze sempre nuove anche alla clientela abituale diventa una prerogativa per rallentare dalla frenesia quotidiana e il contatto con la natura rappresenta un elemento sempre più ricercato all’interno di questi ambienti. Il verde, infatti, trasmette un senso di pace, equilibrio e armonia e i suoi benefici sulla salute fisica e psichica delle persone sono cosa nota; perciò, circondarsi di piante o immergersi in giardini per gustare una bevanda può amplificare questo viaggio del piacere.

 

Il progetto Ká coffee, situato nella periferia della città di Vinh in Vietnam, invita i suoi ospiti a compiere un’esperienza immersiva: rifugiarsi nella tranquillità della natura, godere dei suoi ritmi e sorseggiare un caffè. Il risultato porta a delineare nuovi spazi di relazione, di contemplazione o di isolamento e ricerca della pace interiore. Lo studio Nguyen Khac Phuoc Architects, autore del progetto, adotta un approccio costruttivo volto a ottimizzare i tempi di costruzione, ridurre i costi e la manodopera, identificando un modello architettonico flessibile, capace di essere smontato e riutilizzato altrove, se necessario.

La struttura evoca la forma di una grande tenda bianca che richiama la geometria della capanna e culmina con due grandi terrazze open-air. Una rigogliosa vegetazione circonda tutto l’ambiente esterno, permea all’interno e si integra delicatamente con l’elegante struttura bianca della caffetteria. L’intento è quello di conservare la tranquillità del luogo e beneficiare di quell’angolo di paradiso verde, estraniandosi dal vicino parco industriale e dal continuo e rapido sviluppo di tutta l’area. Una piccola passerella in legno attraversa lo stagno sottostante e funge Ká coffee. Su entrambi i lati si sviluppa la prima area outdoor: a sinistra i tavolini per quattro o più persone, a destra invece quelli da due in una zona più riservata. Proseguendo si raggiunge l’area coperta dove una “scatola” centrale accoglie la caffetteria, un servizio igienico e la sala del caffè. Il sistema di copertura in lastre di ferro è sostenuto da esili colonne tonde in acciaio e montanti che seguono l’andamento curvo delle due falde, verniciati di colore bianco.

La struttura spaziale che ne consegue è unica: rendendo morbida la materia del ferro si ottiene l’effetto di un tessuto che sembra dissolversi nello spazio. Visto da dentro, questo sistema attrae lo sguardo verso l’alto, arricchendo l’esperienza dei visitatori. All’interno il soffitto è rivestito da pannelli di compensato riciclato; questi, assieme ai tronchi di legno che decorano il bancone della caffetteria, conferiscono un’atmosfera calda e amichevole all’ambiente. Sottili strisce di policarbonato racchiudono lo spazio interno, delimitano i due fronti principali e lasciano liberi e aperti quelli laterali. La seconda area esterna si apre dietro lo spazio centrale e diventa un ambiente più intimo e informale dove trovano spazio panche, sedie e tavolini secondo disposizioni più flessibili. La sensazione che si ottiene rimanda a un rilassante picnic nella natura, circondati da piante autoctone come erba e orecchie di elefante, banani e bambù.

Ká coffee
Luogo: Vinh, Vietnam
Committente: Privato
Superficie: 160 m2
Completamento: 2023
Architetto: Nguyen Khac Phuoc Architects
Appaltatore principale: Nguyen Quang Sang
Progettazione interni: Le Xuan Tien
Consulenti
Supervisione: Dinh Van Dung
Strutture: Tran Duy Han
Impianti Elettrici: Diep Xuan Minh
Progettazione idraulica: Nguyen Thuy Binh
Foto: Trieu Chien, courtesy Nguyen Khac Phuoc Architects
Disegni: Nguyen Khac Phuoc Architects

 

Restando sempre in Vietnam e per l’esattezza nella periferia della città di Buon Ma Thout, un altro progetto significativo è lo Xã café, recente realizzazione di Tad.atelier. Gli architetti riprendono l’atmosfera aperta e ariosa delle bancarelle che vendono caffè presenti lungo le strade vietnamite, tanto apprezzate da residenti e turisti, e delineano un’architettura in grado di incarnare lo spirito del luogo e garantire l’armonia tra lo stile di vita della comunità esistente e la rapida urbanizzazione che sta interessando la regione.

L’architettura rurale tradizionale del luogo prevede una solida abitazione principale e strutture leggere che si integrano e ospitano differenti attività quotidiane, bestiame o attrezzature agricole. Il progetto prende le mosse proprio dalla reinterpretazione di questi luoghi aperti e il risultato porta a definire uno spazio dinamico, accogliente e armonioso. Una struttura puntiforme, costituita da pilastri in carpenteria metallica, sorregge una copertura a un’unica grande falda che si interrompe nella parte centrale e comprende alcune falde minori. Sotto di essa vengono pensate differenti ambientazioni che si succedono e si distinguono per dimensione, elevazione dal suolo, altezza, riunite attorno a un fulcro centrale: la corte verde. Tali scelte permettono di accogliere diverse tipologie di ospiti contemporaneamente e soddisfarne i molteplici bisogni che spaziano dagli incontri di gruppo o di famiglia, ai seminari e workshop, fino ai momenti più tranquilli di lettura e relax, riscoprendo un rapporto più intimo con la natura circostante.

Nonostante la diversità delle esperienze promosse, la continuità visiva viene mantenuta e si riflette in una struttura libera e aperta al mondo esterno. Gli spazi chiusi, invece, sono collocati nelle aree più marginali e sono destinati a funzioni di servizio come il bancone bar, la cassa e i bagni. L’intento progettuale viene evocato già dal nome della caffetteria stessa, Xã, che in vietnamita significa comunità e riconduce al senso di armonia a cui si aspira all’interno degli ambienti, pur preservando la loro ricchezza e individualità. Al fine di ottimizzare i costi e allinearsi alle risorse edilizie locali, è stata pensata un’architettura modulare, capace di garantire un processo di costruzione sostenibile ed efficiente. I colori utilizzati per gli elementi architettonici, come muri, pilastri, travi di copertura, scale e parapetti, e per gli arredi, come panche, sedute, tavoli, sedie e librerie, richiamano le tonalità della terra e dei chicchi di caffè, creando uno spiccato contrasto con il verde della vegetazione.

Xã café
Luogo: Buon Ma Thuot, Vietnam
Superficie: 300 m2
Completamento: 2023
Architetti: Tad.atelier
Team di progettazione: Vu Tien An, Pham Quoc Hiep, Bui Diem Quynh
Appaltatore: Anh Tình
Foto e disegni: © e courtesy Tad.atelier

 

L’esperienza che viene offerta all’interno di questi spazi deve essere unica e il progetto architettonico che la caratterizza deve rivelare una storia, un racconto che si snoda attraverso scelte architettoniche scenografiche ed emozionali. Il Tanatap Ring Garden Café, a opera dello studio RAD+ar, ne è un esempio: abbraccia la natura a 360° e reinterpreta il concetto di spazio civico nella città di Giacarta in Indonesia. Il progetto nasce dall’idea di confinare e nascondere gli spazi funzionali e le sale indoor della caffetteria all’interno di un giardino, rendendo il solo involucro l’architettura stessa dell’edificio. Si definisce un prototipo unico a pianta circolare dove spiccano una serie di anfiteatri open-air che, circondati da una rigogliosa vegetazione, vengono organizzati su più livelli.

Questi risultano interconnessi tra loro mediante piattaforme dinamiche che si alzano e si abbassano e, nel loro insieme, compongono un paesaggio pensile interamente percorribile. Si tratta di un caffè dal design innovativo che raggruppa tre strategie progettuali: collegare gli alberi esistenti sul sito attraverso percorsi di circolazione interna, conferire all’ingresso un’atmosfera intima e segreta e creare un’esperienza di contrasto tra la scala architettonica, i materiali da costruzione, l’impatto del colore e della struttura, la densità della natura e la quantità di luce solare che permea l’interno degli ambienti. All’ingresso un ponte-percorso collega due alberi e rompe il confine tra esterno e interno. Entrando negli spazi, il bancone della caffetteria riveste una posizione centrale mentre tutt’attorno si sviluppano tavoli e sedute. Il muro retrostante al bancone funge da elemento di confine tra l’area indoor e il giardino esterno; a partire dall’area centrale, infatti, gli spazi diventano gradualmente meno intimi e vengono illuminati dalla luce naturale sempre più penetrante. Da un lato viene ricavata una sala più intima e riservata, dedicata a gruppi o famiglie che desiderano ritrovare l’idea di casa all’interno di uno spazio pubblico, mentre dall’altro una porta nascosta conduce a tavoli e sedute a cielo aperto. Un taglio nel solaio, posto in corrispondenza della zona bar, incuriosisce i visitatori e li stimola a esplorare la vita che si svolge nel giardino esterno, proprio sopra di loro. Questo è stato pensato come esperienza conclusiva che offre il piacere sensoriale e l’opportunità di rilassarsi e riscoprire il piacere di assaporare una tazza di caffè nei diversi momenti della giornata, circondati da una ricca vegetazione tropicale. Da qui è possibile anche godere dello skyline della città.

Per l’involucro esterno è stato scelto il vetrocemento che conferisce un carattere più aereo all’edificio, garantisce la privacy degli spazi e allo stesso tempo una migliore illuminazione naturale. Inoltre, contribuisce ad aggiungere fascino al luogo e a integrarsi con gli alberi esistenti. Lo stesso motivo geometrico viene ripreso e declinato anche nel bancone del bar e nel muro retrostante, accostando al vetrocemento, più traslucido e permeabile, piastrelle quadrate bianche. Gli arredi sono disposti secondo differenti ambientazioni e si mescolano con il paesaggio e le sue caratteristiche, creando una situazione di grande comfort per gli avventori. Il progetto, infatti, è frutto di una programmazione sperimentale che prevede di analizzare come le persone ridefiniscano gli spazi e come continuino a cambiarli a seconda della loro compresenza nelle differenti ore del giorno. I tre progetti analizzati, ognuno con le sue peculiarità, ci invitano a soffermarci sull’importanza che i piccoli gesti quotidiani, come sorseggiare un caffè, rivestono anche all’interno della nostra società, che corre e monetizza il valore del tempo. La contaminazione con il mondo Orientale e con l’idea di progettazione di tali spazi porta a definire anche in Europa locali ibridi, mutevoli, multitasking, che abbracciano insieme al ristoro il retail, gli spazi di co-working o i negozi tematici, dove l’armonia tra uomo e natura, tra ambiente costruito e naturale diventa un elemento imprescindibile per la loro esistenza.

Tanatap Ring Garden Café
Luogo: Jakarta, Indonesia
Superficie: 750 m2
Completamento: 2021
Architetti: Rad+ar (Research Artistic Design + architecture)
Capo progetto: Antonius Richard Rusli
Team di progettazione: Felda Zakri, Partogi Pandiangan, Leviandri, Alifi Muhammad
Foto: KIE, Mario Wibowo, courtesy Rad+ar
Disegni: Rad+ar

Alessia Tramontina