Lo sport urbano: tra nuove connessioni e confini sempre più labili

Le città odierne, seppur diverse tra loro e sempre in evoluzione, presentano spesso centri storici densi, dove prevale l’ambiente costruito e si intrecciano quanti più servizi possibili per innalzare la qualità della vita. Da questo principio nascono molteplici strategie urbane, tra cui quella promossa da Anne Hidalgo, sindaca di Parigi, che prevede di avvicinarsi alla “città del quarto d’ora”, ovvero a un modello dove tutti i servizi principali per il cittadino sono situati al massimo a 15 minuti dalla rispettiva abitazione. Tra questi, oltre ai supermercati, alle scuole e ai luoghi per il coworking, figura anche l’attività fisica, che ha sempre rappresentato una risorsa importante, capace di rafforzare la salute fisica e di stimolare quella mentale. Infatti lo sport, soprattutto praticato all’esterno, permette di ritrovare il proprio equilibrio, oltre ad aumentare la percentuale di tempo passata all’aria aperta e a ridurre lo stress. Per questo motivo, non solo diventa importante garantire dei luoghi dove poter praticare le attività sportive, ma si rivela fondamentale pensare ai collegamenti con l’agglomerato urbano, all’accessibilità per i suoi fruitori e all’attrattività degli spazi.

Per leggere l’articolo completo di Irene Di Buono

pubblicato sul n. 4/2022 della rivista Outdoor – living, design, technology:

Lo sport urbano: tra nuove connessioni e confini sempre più labili

 

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