Il regolamento comunale del colore
Nell’ambito dell’autonomia normativa riconosciuta ai Comuni dall’art. 7 del Testo Unico Enti Locali (Decreto Legislativo n. 267/2000), il regolamento comunale del colore, sovente allegato al regolamento edilizio o ricompreso al suo interno, ha lo scopo di disciplinare il corretto svolgimento delle operazioni di coloritura, pulitura e restauro delle facciate degli edifici. Le esigenze alla base dell’adozione di un siffatto regolamento sono molteplici:
- la valorizzazione degli scenari fisici del Comune, anche attraverso il miglioramento dell’impatto estetico.
- la conservazione e la tutela del patrimonio edilizio e della continuità estetica delle costruzioni;
- l’accompagnamento della collettività all’apprezzamento estetico per il colore;
- la ricerca della qualità dello spazio pubblico attraverso la individuazione di idonee azioni;
- il tentativo di coordinare gli interventi edilizi in chiave cromatica.
Il contenuto del regolamento del colore
In estrema sintesi (non essendo possibile, in questa sede, per comprensibili ragioni, dettagliare compiutamente), le direttrici su cui, di norma, si fonda un regolamento comunale del colore sono quattro.
In primo luogo, la sua adozione presuppone una fase preliminare di analisi del territorio (in particolare, del centro storico, ove l’esigenza di tutela cromatica è maggiormente sentita), attraverso operazioni di rilevamento architettonico, cui segue l’evidenziazione degli elementi di pregio dei fronti principali degli ambiti urbani.