Il termine new town può essere considerato da un punto di vista ampio e comprendere innumerevoli scenari e aspetti che, a seconda di esigenze, obiettivi e risorse, possono sfociare nella costituzione, completamente da zero, di nuove città o parti di essa, nella trasformazione di aree preesistenti, includendo la rivitalizzazione o la riconversione a nuova destinazione, nel miglioramento e nell’intervento diretto su alcune zone che talvolta risultano insoddisfacenti per coloro che le abitano. All’interno di questo contesto è possibile comprendere la mutevolezza dei nostri territori e delle nostre città che, considerando la
continua crescita ed espansione della popolazione globale, cercano di garantire la loro vivibilità nel tempo, ovvero la presenza di spazi, luoghi e servizi in cui le persone possano trascorrere opportunamente la propria vita.
Vienna ne è un esempio; negli ultimi anni, infatti, ha subito un rapido incremento della popolazione, che l’ha portata a ricercare nuove soluzioni e a mettere a punto un modello di pianificazione di luoghi e quartieri ex novo. Rientra in questo modello la realizzazione di Aspern Seestadt, città satellite costruita recuperando alle porte della città un’area dismessa di 240 ettari, un tempo occupata da un aeroporto civile e militare.
Il masterplan è frutto di un concorso internazionale di progettazione per lo sviluppo di un insediamento autonomo da 20.000 abitanti, vinto dal gruppo guidato dall’architetto svedese Johann Tovatt. Sulla base del progetto, lo studio danese Gehl Architects ha stilato un manuale della progettazione degli spazi aperti garantendo, nel lungo periodo, lo sviluppo immobiliare, l’assetto delle infrastrutture pubbliche e il mantenimento di opere, attività temporanee e di arredo urbano. Questo approccio ha permesso l’instaurarsi di un quartiere con un’identità autentica, adatto alla vita di tutti i giorni, immerso nella natura e lontano dal traffico automobilistico, smistato dal percorso anulare che circonda l’area.
La Seestadt nasce come città dei pedoni, incoraggia il trasporto pubblico e si compone di vari quartieri che accolgono zone pedonali, piccole piazze con fontane e un’area centrale verde che si affaccia su un lago artificiale balneabile. La ghiaia ricavata dagli scavi per la sua realizzazione è stata recuperata per ottenere inerti da utilizzare come sottofondo stradale e aggregati per il calcestruzzo, secondo un approccio circolare che ha favorito il mantenimento del materiale direttamente in loco, evitando la reperibilità dall’esterno e risparmiando seimila tonnellate di emissioni totali. L’ambizione della città di ridurre l’impatto sui residenti e sull’ambiente è alta, e prevede il raggiungimento di un’economia neutrale, in termini di gas serra, entro il 2040, con edifici ad alta efficienza che rispondono agli elevati standard richiesti dai criteri Total Quality Building stabiliti dall’Austrian Sustainable Building Council (ÖGNB), e con attività urbane che utilizzano fonti di energia rinnovabili, favorendo la mobilità elettrica e la mitigazione del caldo estremo in estate, grazie agli spazi verdi che rappresentano la metà della superficie totale dell’area e che sfruttano il riciclo delle acque piovane. Inoltre, l’insediamento di abitanti e attività promuove il raggiungimento di un mix sociale e funzioni diversificate.
Due terzi delle residenze sono sovvenzionati dalla città e alcuni lotti sono riservati a forme specifiche di coabitazione. A oggi, Aspern Seestadt è una fiorente comunità e i numerosi impatti positivi di una vita pubblica, sana e verde sono ormai noti; al suo completamento, previsto per il 2032, ospiterà oltre 25.000 persone e 20.000 posti di lavoro.
Luogo: Vienna, Austria
Committenti: Wien 3420 Aspern Development, Città di Vienna
Superficie del sito: 240 ha
Completamento previsto: 2032
Architetti: Johann Tovatt (fase di concorso), Gehl Architects (fase esecutiva)
Fotografie: Luiza Puiu, Wien 3420, courtesy Wien 3420
La conformazione di una città e dei territori circostanti può essere un fattore determinante per la sua espansione e il suo sviluppo nel tempo; a volte, infatti, la progettazione di nuove aree può avvenire direttamente all’interno della città stessa. Il progetto per il Zugló City Center, nuovo quartiere urbano di Budapest realizzato da Zaha Hadid Architects, ne è un esempio e nasce dall’obiettivo di costituire un nuovo polmone verde per la città, dove sostenibilità e adattamento climatico trovano il loro sviluppo.
Qui il design apre la strada al futuro e adotta soluzioni all’avanguardia capaci di migliorare la qualità di vita dei residenti, ristabilire il contatto con la natura, ridurre emissioni e consumo di energia. L’area di progetto, situata nel 14° distretto della città sulla riva destra del Danubio, comprende una superficie complessiva di circa 70.000 m2 che, a partire da piazza Bosnyák, intreccia una rete di nuove piazze e giardini pubblici fino a connettersi all’ecosistema naturale ristabilito di Rákos Creek. Si tratta di uno sviluppo a uso misto, dove spazi civici e aree paesaggistiche diventano lo sfondo per funzioni residenziali, direzionali, commerciali e per il tempo libero.
La costruzione, prevista in più fasi, vedrà il suo termine entro il 2029. Un aspetto interessante del progetto è legato al clima: la composizione volumetrica e l’orientamento degli edifici, l’utilizzo di tetti verdi isolanti, la raccolta, lo stoccaggio e il riutilizzo di 90.000 m3 di acqua piovana all’anno e i 35.000 m2 di spazi verdi e specchi d’acqua contribuiranno infatti a regolare naturalmente le temperature, riducendo fino a sei gradi quelle estive rispetto alle medie del centro di Budapest. Inoltre, l’idea di tracciare un nuovo asse verde che possa fungere da connessione tra il centro città e l’area naturalistica limitrofa consente di estendere i molteplici effetti benefici che la natura apporta a tutti gli abitanti del 14° distretto.
Per favorire lo sviluppo della mobilità lenta, invece, è prevista la realizzazione di ampi spazi pedonali e piste ciclabili che collegheranno le aree residenziali, lavorative e ricreative. Il progetto si riflette anche sulle reti di trasporto circostanti, con il miglioramento di strade e infrastrutture grazie all’introduzione di 12.000 m2 di aree paesaggistiche. Infine, un nuovo impianto centralizzato di gestione dell’energia – controllato da sistemi intelligenti e alimentato da fonti rinnovabili – ridurrà il consumo degli edifici rispetto ai sistemi di riscaldamento e fornitura energetica tradizionali.
Luogo: Budapest, Ungheria
Committente: Bayer Construct Group
Superficie del sito: 68.000 m2
Superficie lorda: 206.000 m2
Completamento previsto: 2029
Design: Zaha Hadid Architects
Consulenti
Paesaggio: LAND Italia
Sostenibilità: BuroHappold Engineering (fase di concorso), ABUD (fase di progetto)
Architetto locale: LIMA Design
Pianificazione urbana: Obeliszk
Viabilità: Innpqalea
Design stradale: Mobil-city
Sicurezza e antincendio: Fireeng
Render: TegMark, courtesy Zaha Hadid Architects
Il volto di una città può anche rinnovarsi e restituire ai propri abitanti aree e quartieri rivitalizzati rispetto alla loro configurazione precedente. Operazioni di riconversione e ripristino di aree degradate diventano sfide ambiziose, affrontate sempre più frequentemente, come nel caso del recente concorso di progettazione per il masterplan di Napoli Porta Est, vinto da Zaha Hadid Architects.
Si tratta di uno dei più grandi progetti di riqualificazione urbana in Europa e prevede la riconnessione di una porzione di città frammentata e in disuso. L’area, rimasta isolata negli ultimi decenni a causa della dismissione dell’industria pesante, è posta al limite orientale della città e comprende un ex scalo ferroviario e una zona industriale. A oggi è considerata una zona pericolosa dove sussistono spazi pubblici inadeguati e barriere fisiche che ostacolano la mobilità interna e l’interazione sociale. Il progetto mira a rimuovere tali problematicità trasformando l’intera area in una nuova opportunità per la città, un quartiere vivibile che accoglie spazi civici e servizi per la comunità locale, tra cui un ampio parco verde, opportunamente collegati con il centro storico della città.
Si prevede, in una prima fase, la bonifica di oltre 30 ettari di ex edifici industriali e successivamente la riconversione di un obsoleto deposito di petrolio pari ad altri 100 ettari. Il design abbraccia l’idea di futuro sostenibile della città come nuovo centro civico, culturale, economico e infrastrutturale, traducendosi nella realizzazione di due torri che ospiteranno anche la nuova sede della regione Campania, oltre a una stazione ferroviaria e un’area residenziale. Qui l’architettura traccia un segno nel territorio, una linea fluida emerge dalle aree verdi e, senza interruzione, si materializza verso l’alto, sfumando la transizione tra paesaggio e architettura per riconnettere l’urbanistica della città con la natura. La forma compatta delle torri migliora l’efficienza energetica, riduce il consumo di suolo e dà spazio ad ampie aree verdi che accolgono i diversi collegamenti pedonali, da Porta Nolana alla stazione Centrale e al nuovo parco.
L’involucro è pensato per ottimizzare gli effetti degli agenti naturali quali luce e vento: tenendo conto del movimento del sole, infatti, durante il giorno viene massimizzato l’ingresso della luce naturale a nord mentre viene ridotto quello a sud, abbassando nel complesso il fabbisogno di illuminazione artificiale. Inoltre, l’uso di vetri selettivi riduce l’accumulo di calore solare e di abbagliamento, garantendo un eccellente isolamento termico. Nell’insieme la ventilazione naturale, i tetti verdi e i sistemi passivi permetteranno di raggiungere un’alta efficienza energetica e la sostenibilità degli edifici. L’intervento diventerà un nuovo hub dinamico e flessibile, in grado di adattarsi e trasformarsi in futuro, ricreando il collegamento con il centro storico.
Luogo: Napoli
Superficie del sito: 30 ha
Architetto: Zaha Hadid Architects
Consulenti
Architetto locale: smithbarracco studio
Ingegneria strutturale e civile: Interpogetti
Progettazione elettrica, meccanica e idraulica: Macchiaroli & Partners
Sostenibilità: Atelier Ten
Paesaggio: Martha Schwartz Partners
Costi: BC Consulting
Progetto illuminotecnico e artistico: Jason Bruges Studio
Viabilità: MiC-HUB
Sicurezza: Gianni Artuso
Archeologo: Viviana Mancusi
Economista: Massimo Marrelli
Tutte le immagini courtesy Zaha Hadid Architects
Alessia Tramontina