Dove cresce la vita. Corridoi ecologici per città più vive e inclusive

I corridoi ecologici rappresentano una delle soluzioni più affascinanti e funzionali per realizzare una convivenza simbiotica con l’ecosistema. Si tratta di porzioni di territorio lineari o reticolari che mettono in connessione gli elementi che compongono una rete ecologica: le core area, aree ad alta naturalità caratterizzate da un forte habitat naturale, le zone di transizione buffer zone, che smorzano l’impatto tra ambienti naturali e contesti urbanizzati, e le stepping zone, aree di piccola superficie come stagni, boschetti, radure o giardini che sostengono le specie in transito su un territorio. Il ruolo dei corridoi ecologici è fondamentale per mettere in connessione queste aree naturali nonostante l’aumento dell’urbanizzazione, consentendo la mobilità delle specie e l’interscambio genetico. Nati negli anni Ottanta dall’esigenza di ricucire il territorio naturale del Banff National Park diviso a metà dalla Trans-Canada Highway, in Canada, attraverso diversi ponti che collegano le due parti del Parco, oggi diversi progetti architettonici e di landscape design si rendono parte attiva di questa rete vitale, creando una nuova grammatica architettonica fatta di natura e relazione. Alcuni di questi interventi si concentrano sull’importanza di sostenere l’attività degli impollinatori.

Un esempio significativo è rappresentato dai Vulkan Beehives, progettati da Snøhetta all’interno del corridoio ecologico noto come Bee Highway, che si estende in Norvegia da Holmenkollen, a nord-ovest, fino al lago Nøkkelvann, a sud-est.

Istituito per iniziativa del gruppo ambientalista Bybi, il corridoio è un percorso collaborativo e comunitario, costellato di tetti verdi e aree fiorite, concepito per sostenere le popolazioni di api che vivono nelle città e nelle aree limitrofe. Situato nella zona di Vulkan, a Oslo, sulla riva destra del fiume Akerselva, il progetto è parte integrante della riqualificazione urbana dell’area ed è costituito da due torri esagonali realizzate in compensato di betulla laccato, caratterizzate da un disegno ispirato al nido d’ape, che si stagliano sul tetto tra il mercato di Mathallen e il centro di danza contemporanea Dansens Hus.

Al loro interno ospitano sia un alveare tradizionale sia un sistema di sensori avanzati per il monitoraggio del comportamento delle api e delle condizioni ambientali, a supporto dell’attività degli apicoltori che se ne prendono cura.

Luogo: Oslo, Norvegia
Committente: Heier Du Rietz
Architetto: Snøhetta
Partner di progetto: Aspelin Ramm, Scandic, Sparebankstiftelsen, DNB, ByBj Birøkterlag, Heier Du Rietz
Fotografie: Morten Brakestad, courtesy Snøhetta

 

Un esempio virtuoso di landscape design è il Pollinator and Bird Garden, situato presso l’Arboretum della Penn State, a State College, in Pennsylvania. Progettato da Didier Design Studio, in collaborazione con un team di ricerca del Center for Pollinator Research, il giardino si è aggiudicato nel 2024 l’International Sustainability Award.

Esteso su un’area di poco più di 1,4 ettari, esso ospita sette diverse tipologie di suolo e pacciamature che favoriscono un’ampia gamma di microclimi capaci di attrarre diverse specie durante tutte le stagioni. Visitatori e visitatrici possono esplorare questo paesaggio dinamico attraverso una rete di sentieri e percorsi che facilitano un’immersione sensoriale e conoscitiva nell’ambiente naturale.

Queste aree rispondono a tre obiettivi interconnessi: trasmettere e interpretare direttamente la ricerca in corso sulle cause e le conseguenze del calo globale di insetti e uccelli impollinatori, fornire un luogo didattico in cui conoscere e comprendere gli habitat di queste specie, stimolare le comunità locali a replicare questi habitat nei propri giardini privati. Già nel primo anno dalla sua realizzazione, il progetto aveva messo a dimora 340 specie di piante selezionate per attrarre diversi impollinatori nelle varie stagioni, promuovendo così la biodiversità e rafforzando il legame tra ecologia e progettazione del paesaggio.

Luogo: State College, Pennsylvania, Stati Uniti
Committente: The Arboretum at Penn State
Superficie: 14.000 m2
Completamento: 2021
Budget: 6,5 milioni USD
Capo progetto, architettura del paesaggio: Didier Design Studio
Appaltatore: Leonard S. Fiore
Consulenti
Progettazione del verde: Phyto Studio
Progettazione architettonica: Lake Flato
Ricerca: The Arboretum at Penn State, Center for Pollinator Research (Shari Edelson, Harland Patch, Casey Sclar, Kim Steiner)
Ingegneria civile: Herbert, Rowland & Grubic
Progettazione elettrica: Barton Associates
Irrigazione: Hydro Designs
Fotografie: Rob Cardillo
Tutte le immagini courtesy Didier Design Studio

 

Spostandosi in Oriente, il Ningbo Eastern New Town Ecological Corridor – conosciuto anche come Sponge Greenway – realizzato dallo studio Turenscape, si sviluppa su 37 ettari nella più ampia rete ecologica della Nuova Città Orientale di Ningbo, nella fascia di transizione urbano-rurale del sud della Cina, in corrispondenza di un tipico brownfield, un sito post-industriale con funzioni ecologiche degradate.

Prima dell’intervento, l’area era occupata da terreni agricoli frammentati, fabbrichevillaggio in disuso ed era attraversato da una rete idrica gravemente inquinata da scarichi industriali e domestici. Funzionando come infrastruttura ecologica integrata, il progetto affronta sistematicamente le problematiche ambientali urbane esistenti, mira a ripristinare l’ambiente idrologico, depurare le acque e ricostruire le zone umide ripariali, creando al contempo uno spazio verde pubblico che favorisca il senso di appartenenza e l’identità urbana. Per raggiungere questi obiettivi, sono state adottate quattro strategie principali.

La prima consiste nella conservazione, riuso e rigenerazione degli elementi naturali e degli edifici industriali presenti per mantenere la memoria storica del sito, integrando nel disegno anche gli alberi e la rete idrica esistenti. La seconda strategia riguarda la modellazione del terreno basata sui processi idro-ecologici, al fine di favorire i processi ecologici di fitodepurazione. Con un dislivello di 4 metri tra la strada e il fiume, terrazze multilivello trattengono e filtrano le acque piovane prima che raggiungano corso d’acqua, mentre un canale di deviazione a ovest convoglia le acque contaminate in zone umide per la fitodepurazione prima dell’immissione nel fiume. La terza strategia prevede l’uso di vegetazione diversificata comprendente tre categorie: piante da zona umida, colture annuali e boschi. Le sponde sono ricche di piante acquatiche a bassa manutenzione, mentre il limite urbano è circondato da fasce arboree con specie come Cinnamomum camphora, Ginkgo biloba ed Elaeocarpus decipiens.

Le isole ospitano densi boschetti di Metasequoia e cipressi, le cui radici purificano l’acqua, mentre sulle terrazze si alternano colture stagionali come colza, girasoli e crisantemi. Infine, l’ultima strategia mira a creare esperienze immersive con un sistema di percorsi ciclabili e pedonali che attraversano il corridoio ecologico e si collegano alla rete urbana, e padiglioni in acciaio Cor-Ten® che avvicinano la popolazione al paesaggio naturale. Il parco è stato nominato “Greenway più bella della provincia di Zhejiang” nel 2019 dal Dipartimento per la Costruzione Urbana e Rurale della Provincia.

Luogo: Ningbo, Zhejiang, Cina
Superficie progettata: 370.000 m2
Superficie completata: 122.000 m2
Architetto: Kongjian Yu
Team di progetto: Chun Shi, Xin Su, Fei Shao, Longfei Qiao, Li Lin, Xu Zhang, Xianjun Feng, Xingzhong Xu, Xiabin Hu, Fumin Yu
Progettazione paesaggistica: Turenscape
Fotografie: Kongjian Yu, courtesy Turenscape

 

Sempre in Cina, nella contea di Jiangsu, il Kunshan Miaojing River Corridor di PLAT Studio trasforma un ex acquedotto in una spina dorsale ecologica vitale. Integrando infrastrutture verdi e vita urbana, l’acquedotto collega il bacino del Lago Kuilei al centro storico di Kunshan, una storica città acquatica con 8mila ettari di specchi d’acqua, situata a 20 km a ovest di Shanghai.

Il progetto è costituito da un sistema continuo di sentieri che collegano il Lago Kuilei al Parco Forestale, offrendo spazi per attività all’aperto come jogging, ciclismo e passeggiate tra tunnel, sottopassi e ponti che si integrano con la griglia stradale urbana, garantendo spostamenti fluidi. Presso gli accessi principali è possibile noleggiare biciclette e si trovano aree di sosta e parcheggi per garantirne la fruibilità. Superfici permeabili, passerelle sopraelevate, piattaforme in grata metallica e parapetti riducono l’impatto ambientale, armonizzandosi con il paesaggio. All’interno si trovano aree gioco, prati per picnic, un anfiteatro, un caffè e un centro di educazione ecologica vicino ai quartieri residenziali.

Zone ecologiche diversificate migliorano la resilienza del corridoio, grazie a una vegetazione stratificata lungo i sentieri e in aree selettivamente diradate. Zone umide e rive gradonate sostengono un’estesa piantumazione, mentre i canali di drenaggio lungo i sentieri rafforzano l’infrastruttura verde. Concepite come uno spazio pubblico dinamico che bilancia l’attività umana con la conservazione ecologica, le aree progettate si adattano agli usi del suolo adiacente, privilegiando l’accesso ai quartieri residenziali e riservando le zone centrali alla fauna selvatica e alla vegetazione. Queste strategie guidate dall’ecologia sono state ampiamente accolte dalla comunità: sin dalla sua apertura, il corridoio è diventato un rifugio urbano amato, un punto di riferimento per la riqualificazione delle aree fluviali e il restauro ecologico.

Luogo: Kunshan, Jiangsu, Cina
Committente: Kunshan City Construction Investment&Development Group
Superficie: 600.000 m2
Completamento: 2022 (fase I)
Architetto: PLAT Studio
Consulenti
Progettazione ecologica: Great Ecology
Disegni esecutivi: LDG
Fotografie: PLAT Studio, ZHIYI Photography, courtesy PLAT Studio

In un contesto globale segnato dalla perdita di biodiversità e dalla frammentazione degli habitat, i corridoi ecologici rappresentano strumenti fondamentali per il ripristino degli equilibri naturali. Questi progetti dimostrano come l’integrazione tra progettazione, ricerca e coinvolgimento delle comunità possa generare spazi resilienti, in grado di sostenere gli ecosistemi. Favorendo la connessione tra ambienti naturali e urbani, questi interventi non solo contribuiscono alla conservazione della biodiversità, ma rafforzano anche la consapevolezza collettiva sull’importanza di tutelare le reti ecologiche.

Sorana Matei