Le città rappresentano il risultato di un processo continuo di adattamento e trasformazione. In molti casi, il loro sviluppo è avvenuto intorno a elementi naturali, come un fiume, oppure si è riorganizzato per accogliere infrastrutture di grande impatto, quali strade principali o linee ferroviarie. Tuttavia, la conformazione fisica o l’estensione di tali elementi ha talvolta generato vere e proprie fratture urbane, con effetti negativi sulla coesione territoriale: ne sono derivati sviluppi disomogenei, difficoltà nella mobilità interna e, in alcuni casi, l’inaccessibilità di intere porzioni urbane. Nel caso delle grandi città contemporanee, le infrastrutture dedicate al trasporto pubblico e privato, pur essendo fondamentali per lo sviluppo economico e sociale, non garantiscono sempre una piena permeabilità né un’accessibilità equa per tutte le tipologie di utenti.
Il percorso Rooftop Walk, installazione temporanea realizzata a Rotterdam nel 2022 grazie alla progettazione combinata di Rotterdam Rooftop Days, MVRDV, Dutch Steigers e LOLA Landscape Architects, è nato proprio da questo tipo di problematica. Il Coolsingel, una delle principali arterie stradali urbane, è caratterizzato da un’ampia sede carrabile e rotaie tranviarie che separano nettamente due isolati, rendendo difficoltoso l’attraversamento per ciclisti e pedoni. Il progetto ha previsto di separare completamente il flusso di questi ultimi da quello dei veicoli a motore, portando il percorso loro dedicato a una quota di oltre 30 metri dal livello stradale.

Tale gesto, non solo ha permesso di migliorare la viabilità creando un collegamento trasversale e ottimizzato, ma ha nobilitato il percorso pedonale, rendendolo più sicuro e salubre. Il concept del percorso alternativo è stato suggerito anche dai numerosi tetti piani della città, la cui superficie arriva quasi a 20 km2, dei quali è stato così riconosciuto il potenziale. Esteso per 600 metri lineari, il percorso sopraelevato, connotato da un brillante color arancione, ha permesso di superare gli ostacoli stradali, snodandosi tra le coperture degli edifici con l’aspetto grezzo di un’impalcatura leggera e permeabile alla vista, composta da elementi metallici e giunzioni dipinte di blu completate da un tappeto centrale.

La passerella non solo ha offerto una visione della città da un punto di vista diverso e inusuale, ma ha migliorato anche la qualità del tragitto con una passeggiata distante dal traffico, resa più silenziosa e salubre anche grazie alla vegetazione aggiunta sulle coperture, da molti definita come una vera Skyforest pubblica. Tramite questa installazione temporanea, che si prevede di ripetere, i progettisti hanno voluto sensibilizzare sul tema del cambiamento climatico, della crisi abitativa e della transizione all’energia rinnovabile. Infatti, lungo il percorso sono stati installati pannelli solari alternati alla vegetazione e raffreddati dall’acqua di drenaggio delle piante, delle turbine eoliche, diversi recipienti per il riuso dell’acqua piovana ed elementi a pavimento in grado di ricavare energia al passaggio delle persone.

Ai lati del percorso, in un paesaggio un tempo occupato dai soli impianti degli edifici, hanno trovato posto opere d’arte prestate dal Museo Boijmans Van Beuningen e altre di artisti contemporanei emergenti. Oltre a collegare più parti dell’isolato, la passeggiata attraverso punti di discesa ha permesso di collegare anche le corti interne di alcuni edifici, così da essere completata da servizi di ristorazione, spazi di gioco e di sosta.
Luogo: Rotterdam, Paesi Bassi
Committente: Rotterdamse Dakendagen
Lunghezza: 600 m
Completamento: 2022
Team di progetto: Rotterdam Rooftop Days, MVRDV (progettazione architettonica), Dutch Steigers, LOLA Landscape Architects (progettazione paesaggistica)
Consulenti per il verde: Donker Groen, Ebben Nurseries
La cittadina corsa di Bastia si è sviluppata intorno al suo caratteristico e massiccio bastione, eretto sulle severe e ripide scogliere circostanti. Pur essendo un luogo profondamente legato al mare, la sua costa rocciosa, solo parzialmente accessibile, ha sempre rappresentato con la sua conformazione una barriera rispetto a un facile accesso all’acqua. Dalla necessità di un percorso dolce che permettesse anche a persone con disabilità e ciclisti la fruizione della costa, nasce il progetto di Aldilonda, disegnato nel 2020 da Dietmar Feichtinger Architects, a cui in fase di costruzione si è associato lo studio Buzzo Spinelli.

Il percorso parte dall’insenatura del Porto Vecchio a sud e prosegue passando sotto il muro del deposito della vicina polveriera, il cui relativo museo e terrazza sono raggiungibili tramite una scalinata. Il bastione viene superato in maniera ipogea, tramite una galleria lunga 25 metri, dotata di un’apertura sommitale che permette l’ingresso della luce naturale. La passerella richiama i camminamenti lungo le fortificazioni, affiancando la costa in maniera sinuosa assecondandone la morfologia, ed è collegata alla città tramite una rampa. A livello costruttivo, in alcuni punti essa è in appoggio sulla scogliera, mentre in altri è a sbalzo sul mare, ancorata alla roccia tramite tiranti precompressi.

Lo studio ha condotto numerose indagini geotecniche sul supporto roccioso, che hanno reso necessarie opere di consolidamento e riempimento delle sue cavità, così come sul calcestruzzo prefabbricato utilizzato, testato per resistere ai violenti moti ondosi. Il dettaglio di transizione tra quest’ultimo e la roccia è un elemento grigliato in acciaio, in grado di far passare le onde, riducendone la forza di spinta, e di adattarsi al profilo irregolare della roccia. Il percorso è protetto da una ringhiera in acciaio CorTen®, che riprende le sfumature ocra e ruggine della scogliera, composta da elementi verticali altamente permeabili e privi di corrimano superiore, per non ostacolare la vista sull’orizzonte marino.

Di sera, la passerella è illuminata da faretti LED nascosti all’interno dei montanti. Per mantenere pulite le linee semplici della struttura, è stata fatta la scelta di non mettere alcun arredo urbano. Tuttavia, durante il periodo estivo, il progetto è completato da una pavimentazione in legno galleggiante rimovibile, per garantire l’accesso al mare.
Luogo: Bastia, Francia
Committente: City of Bastia
Lunghezza: 450 m
Completamento: 2020
Architetto: Dietmar Feichtinger Architects
Team di progetto: Dietmar Feichtinger, Miguel Piedras Lobo, Jan Feichtinger, Arthur Royer
Architetto locale: Buzzo Spinelli
Appaltatori principali: SAS Antoniotti, NGE Fondations
Consulenti
Strutture: schlaich bergermann partner
Paesaggio: In Situ
Studi idrodinamici: Oceanide
Strade e servizi: BETEM
Fotografie: David Boureau, Ariavista | Julien Angella
Tutte le immagini courtesy Dietmar Feichtinger Architects
Un esempio a scala maggiore è quello del progetto Serp I Molot, a Mosca, che recupera un’ex area industriale di 60 ettari, la Sickle and Hammer, estesa su un intero lotto attraversato da strade abbandonate e frammentate, costituendo un elemento non permeabile e divisivo all’interno dell’agglomerato urbano.

Gli studi UHA e LDA Design hanno previsto un masterplan per questa zona, che sovrasta una parte sotterranea del Third Transport Ring, e che ha rappresentato il punto di partenza per le analisi successive dello studio Atrium. Quest’ultimo ha ridisegnato il lotto, occupandosi dei percorsi stradali e pedonali e dei numerosi edifici privati e pubblici. Il concept parte dall’idea di una città nella città, autosufficiente, con l’obiettivo di collegare gli isolati circostanti e migliorarne la qualità di vita grazie ai nuovi servizi e alle zone verdi. Al centro, infatti, si trova il Green River Park che, insieme al resto della vegetazione, occupa il 40% del lotto e sul quale si affacciano residenze ed esercizi commerciali.

L’intervento, la cui costruzione è iniziata nel 2015 e terminerà nel 2030, è stato diviso per fasi e settori, e oltre alle residenze prevede la realizzazione di una scuola, un asilo e numerosi spazi per lo sport. Un’attenzione particolare è stata posta allo stile degli edifici, puntando a una massima diversità nelle forme e nei materiali. A livello urbano, si passa da corti chiuse a spazi estremamente aperti, da assi stradali rigorosi a passerelle più sinuose. Tutti i percorsi, che in totale si estendono per quasi 2 km, convergono in alcuni snodi più aperti, punti chiave contraddistinti da un elemento centrale, come un albero o un corpo illuminante, e da uno specifico tipo di pavimentazione colorata.

Luogo: Mosca, Russia
Committente: Donstroy
Superficie del sito: 50 ha
Superficie lorda: 1.057.000 m2
Completamento previsto: 2030
Progetto architettonico, paesaggistico e d’interni: Atrium
Titolari: Anton Nadtochiy, Vera Butko
Team di progetto: P. Alimov, A. Sechenov, D. Hudenkikh, A. Sizyuk, D. Gavrish, A. Bychkov, D. Belyakova, N. Zaitsev, E. Zvereva, R. Kuzmin, A. Ivanov, Y. Ivanchenko, E. Ivochkina, I. Potapenko, V. Azarenkov, Y. Zykina, R. Khorev, N. Rybin, A. Shagiakhmetova, A. Tebenikhina, A. Chvylev, D. Zrazhevsky, S. Biryukov, D. Zrazhevsky, I. Svibovich, I. Zhukov, N. Kuchinsky, V. Topolev, A. Sechenov, A. Papertyan, O. Romanova, N. Zurina, P. Yavna, A. V., A. Khakimov, A. Khakimullin, N. Zurina, R. Shamatova
Masterplan: LDA Design, UHA
Appaltatori principali: Erbek, FODD, Ant Yapi
Progettazione del ponte: Atrium, Garanin Brothers
Fotografie: Olga Alexeyenko, Dmitry Voinov
Tutte le immagini courtesy Atrium Studio
I casi analizzati dimostrano come le fratture urbane non rappresentino necessariamente limiti invalicabili, ma possano essere interpretate come occasioni di riscrittura dello spazio e di sperimentazione, luoghi dove testare nuovi linguaggi e forme di mobilità. A Rotterdam, la necessità di collegare due isolati separati da un’arteria stradale è diventata occasione per proporre una passeggiata in grado di valorizzare i tetti cittadini e sensibilizzare su temi ambientali. A Bastia, un tratto di costa difficile e inospitale si trasforma in un percorso accessibile, discreto e integrato nel paesaggio, che riconnette la città con il suo elemento più identitario, il mare. A Mosca, infine, un’area post-industriale abbandonata viene radicalmente ripensata come nuovo elemento urbano verde e permeabile, riscrivendo la logica funzionale ed estetica dell’intero quartiere. Ripensare ciò che divide come occasione per unire non è solo una sfida tecnica, bensì un aiuto concreto per lo sviluppo della città, che richiede studio del contesto e degli utenti così come soluzioni innovative in grado di coesistere con l’esistente.
Irene Di Buono