New Nature. La visione di città di RIOS

In un’epoca segnata da trasformazioni ambientali profonde, diventa più che mai necessario riconsiderare il progetto architettonico come un dispositivo ecologico, capace di attivare relazioni complesse con il contesto naturale e sociale. È in questa direzione che si muove lo studio internazionale RIOS, con sede principale a Los Angeles e uffici a Londra, Boulder in Colorado, Austin, Shanghai e Singapore. Alla base della ricerca dello studio vi è il concetto di New Nature, un paradigma progettuale che si pone l’obiettivo di superare la tradizionale contrapposizione tra artificiale e naturale. Come sottolinea Simone Lapenta, Design Director e Director of Visualization dello studio, da noi incontrato durante la Milano Design Week 2025: «La New Nature è un concetto a larga scala, non si limita a vedere semplicemente il concetto di natura come vegetazione o come rappresentazione naturale del pianeta, ma va oltre. Vogliamo distruggere i confini tra quello che è artificiale e quello che è naturale nella coesistenza su questo pianeta». Quando si è in comunione con la natura si può vivere nella maniera più felice e lo si può fare in modo più sostenibile. La sostenibilità non è più una scelta, ma un obbligo etico e professionale.

Uno degli esempi più significativi di applicazione del concetto di New Nature è il progetto Hyper-Abundant City, presentato alla Biennale di Architettura e Urbanistica di Seoul 2023. La proposta riguarda il futuro sviluppo del quartiere di Apgujeong, un’area strategica situata lungo il fiume Han, oggi densamente urbanizzata e in profonda trasformazione.

«La sfida non era trovare una soluzione a bassa densità: Seoul è una città densissima. Abbiamo affrontato il tema piegando la densità in una forma trasformativa, organica, in dialogo con il fiume e la città», spiega Lapenta. La visione di RIOS si basa sull’adozione di una griglia organica esagonale, ispirata a forme naturali, che va a costituire l’ossatura spaziale del masterplan, favorendo uno sviluppo urbano scalabile, adattabile e stratificato. Ogni modulo della griglia può assumere funzioni diverse: parco, piazza, edificio residenziale o torre. «Abbiamo concepito un sistema scalabile e trasformativo. Un modulo può essere una sezione di parco, una piazza, uno spazio civico o una residenza. La verticalità è fondamentale: i volumi si abbassano verso il fiume e si alzano per instaurare un dialogo con le montagne».

Elemento chiave del progetto è l’introduzione del tempo come fattore progettuale. «Abbiamo pensato a una città che evolve: all’inizio è artificiale, ma con il passare del tempo la natura riprende possesso degli spazi. Le architetture si contaminano di vegetazione, di acqua, di entropia». La progettazione si sviluppa anche in sezione. Alle quote più basse si trovano parchi e spazi civici; a quelle intermedie, edifici residenziali e commerciali; in sommità, torri multifunzionali. Il modello è ispirato alla casa tradizionale coreana, la hanok, reinterpretata in chiave critica. «Non è una riproduzione stilistica. La hanok era un sistema abitativo cucito su misura, un vestito collettivo. Il nostro progetto prende spunto da ciò, ma per ripensare le tipologie in chiave contemporanea».

Il fiume Han non è un margine, ma un agente generativo del progetto. Alcune aree sono concepite per essere sommerse, creando isole urbane fluviali. «Il progetto si adatta ai cambiamenti climatici: alcune sezioni si abbassano e si lasciano invadere dall’acqua, altre emergono. La natura non è buona né cattiva, è indifferente. Bisogna abbracciarla, non combatterla». La forza del concetto di New Nature è la sua scalabilità. Come afferma Lapenta: «Hyper-Abundant City è solo una declinazione della New Nature. Il concetto è stato pensato per essere applicabile dalla scala del distretto fino alla sezione di una casa».

Luogo: Seul, Corea del Sud
Architetto: RIOS
Render: Aesthetica Studio
Tutte le immagini courtesy RIOS

 

Un esempio applicativo del concetto di New Nature si può vedere nel progetto per gli uffici IAC, realizzato da RIOS a West Hollywood, intervento di rigenerazione urbana che trasforma un edificio commerciale in un landmark ecologico. Situato al numero 8800 di Sunset Boulevard, l’edificio degli anni Ottanta è stato ristrutturato mantenendone la struttura, ma conferendogli una nuova identità visiva e ambientale.

L’intervento introduce una spettacolare pensilina verde larga oltre 20 metri, che riprende la modularità della facciata e che funge da elemento architettonico e dispositivo ecologico. Una parete vivente composta da oltre 11.000 piante autoctone si sviluppa su 300 m², creando un habitat per impollinatori e contribuendo alla biodiversità urbana. Il sistema di irrigazione intelligente utilizza acqua pompata dalle falde sotterranee, nella misura di circa 26.000 litri al mese.

All’interno, fotografie delle specie vegetali impiantate sono retroilluminate negli ascensori, accompagnando i visitatori in un’esperienza ecologica completa. Questo progetto esprime pienamente la filosofia della New Nature, dove architettura, tecnologia e paesaggio convergono in un sistema integrato.

Luogo: Los Angeles, California, USA
Progetto architettonico e degli interni: RIOS
Team di progetto: Mark Rios, Bob Hale, Sebastian Salvado, Naseema Asif, Brent Jacobsen
Appaltatore principale: Swinerton Builders
Consulenti
Ingegneria civile: Incledon Consulting Group
Strutture: Inertia Engineers
Illuminazione: eSquared Lighting
MEP: IBE Consulting Engineers
Facciata verde: Rana Creek
Impermeabilizzazione: D7 Consulting

 

Anche la proposta di RIOS presentata per la Biennale di Architettura 2025 denominata Aqua Granda: Ethereal Awakening si basa sul concetto di New Nature. Si tratta di un’installazione artistica immersiva che trasforma Piazza San Marco in una rappresentazione dinamica dell’innalzamento del livello del mare. Utilizzando fasci di luce e nebbia artificiale, l’opera crea uno scenario visivo spettacolare e mutevole, specchio della lotta perpetua della città con l’acqua. La nebbia si solleva lentamente e i fasci luminosi si elevano in sincronia, generando un effetto scenico di acqua crescente che si rifrange sulle architetture della piazza. Venezia, città anfibia per eccellenza, viene così rappresentata come un ecosistema complesso dove si intrecciano tre forme di intelligenza: quella naturale della laguna, quella artificiale delle tecnologie predittive e quella collettiva della memoria e delle strategie di adattamento dei suoi abitanti.

L’installazione è un monito visivo sulla vulnerabilità della città ai cambiamenti climatici, ma anche una potente riflessione sulla possibilità di creare nuove alleanze tra sapere tradizionale e innovazione tecnologica per la resilienza urbana. La New Nature proposta da RIOS non è una poetica, né uno stile. È un’etica progettuale, fondata su processi, relazioni, trasformazioni. Una visione che considera l’architettura come sistema aperto e coevolutivo, capace di adattarsi al cambiamento climatico, alle nuove esigenze dell’abitare e alla necessità di rigenerazione ambientale. In un mondo in rapido mutamento, immaginare città iper-abbondanti di biodiversità, opportunità e bellezza significa abbracciare una progettazione più umile, sensibile e lungimirante. Una progettazione che non costruisce solo edifici, ma paesaggi abitabili. «Dobbiamo progettare gli edifici come progettiamo i parchi. Se non siamo noi i primi a rimuovere i confini, non cambierà nulla».

Luogo: Venezia
Architetto: RIOS
Render: Copyright e courtesy RIOS

Agata Tonetti